"Per quanto riguarda l'impatto di misure commerciali specifiche, la situazione è ovviamente ancora in evoluzione e qualsiasi stima è soggetta a notevole incertezza. Detto questo, l'analisi della BCE suggerisce che una tariffa statunitense del 25% sulle importazioni dall'Europa ridurrebbe la crescita dell'area dell'euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. Una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe sulle importazioni statunitensi aumenterebbe ulteriormente questa percentuale a circa mezzo punto percentuale. Il peso dell'impatto sulla crescita economica si concentrerebbe intorno al primo anno dopo l'aumento delle tariffe; poi diminuirebbe nel tempo, lasciando tuttavia un effetto negativo persistente sul livello di produzione.
In un simile scenario, le prospettive di inflazione diventerebbero significativamente più incerte. Nel breve termine, le misure di ritorsione dell'UE e un tasso di cambio dell'euro più debole, derivanti dalla minore domanda statunitense di prodotti europei, potrebbero aumentare l'inflazione di circa mezzo punto percentuale. L'effetto si attenuerebbe nel medio termine a causa della minore attività economica che smorza le pressioni inflazionistiche.
Vorrei sottolineare ancora una volta che queste stime sono soggette a un'incertezza molto elevata, dato che l'impatto degli aumenti tariffari potrebbe essere non lineare, ad esempio a causa di una significativa riconfigurazione delle catene di fornitura globali. Naturalmente, l'elevato livello di incertezza politica ci impone di rimanere vigili e pronti ad agire per proteggere la stabilità dei prezzi."
Per leggere l'intero testo - Bce