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Italia: forte aumento delle vendite al dettaglio, la produzione rimane negativa

Pubblicato il 08/11/2024 alle ore 12:36:41

A settembre 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale positiva sia in valore sia in volume (+1,2%). Sono in aumento le vendite dei beni alimentari in valore (+1,7%) e in volume (+1,5%), così come quelle dei beni non alimentari (+0,9% in valore e +1,1% in volume).


Nel terzo trimestre del 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,7% in valore e dello 0,4% in volume. Analogo andamento si registra sia per le vendite dei beni alimentari, che crescono in valore e in volume (rispettivamente +1,3% e +0,8%), sia per quelle dei beni non alimentari (+0,4% in valore e +0,3% in volume).


Su base tendenziale, a settembre 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,7% in valore e dello 0,3% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita dello 0,6% in valore e calano dello 0,6% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari aumentano sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,7% e +0,9%).


Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda Elettrodomestici, radio, tv e registratori (+4,4%), mentre registrano il calo più consistente Cartoleria, libri, giornali e riviste (-2,5%).


Rispetto a settembre 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+2,2%) e il commercio elettronico (+2,1%) mentre risulta in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-1,0%) e le vendite al di fuori dei negozi (-1,6%).

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Il commento


A settembre 2024, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio sono in crescita sia in valore sia in volume per entrambi i settori merceologici.


Su base annua si evidenzia una variazione positiva per le vendite dei beni non alimentari, mentre per il comparto alimentare è in aumento solo il valore delle vendite.


Tra le forme distributive, si registra un incremento per la grande distribuzione e per il commercio online; sono in flessione, invece, le  vendite delle imprese operanti su piccole superfici e quelle al di fuori dei negozi.


A settembre 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,4% rispetto ad agosto. Nella media del terzo trimestre il livello della produzione diminuisce dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti.
 

L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni intermedi (+1,9%) e i beni strumentali (+1,8%); diminuiscono invece l’energia (-3,8%) e i beni di consumo (-2,5%).


Al netto degli effetti di calendario, a settembre 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 4,0% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a settembre 2023). Flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti: la riduzione è più rilevante per i beni strumentali (-5,1%), i beni intermedi (-4,0%), i beni di consumo (-3,5%) e meno pronunciata per l’energia (-1,6%).


I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più elevati sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+5,9%), la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+1,9%) e l’attività estrattiva (+1,8%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-15,4%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,7%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,1%).

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Il commento

A settembre si registra una diminuzione congiunturale della produzione industriale; risulta in flessione anche il complesso del terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti. Tra i principali raggruppamenti di industrie si rileva una dinamica mensile positiva per i beni intermedi e strumentali, mentre flettono i beni di consumo e l’energia.
 

In termini tendenziali si accentua la contrazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario, che perdura da venti mesi. Guardando ai principali raggruppamenti di industrie si osservano cali diffusi, più marcati per i beni strumentali, i beni intermedi e i beni di consumo non durevoli.  

 

Commenti tratti dal sito Istat

 



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