....Le previsioni macroeconomiche ufficiali, validate dall’UPB il mese scorso in occasione dell’audizione sulla NADEF 2023, restano nel complesso accettabili per il 2023 mentre sono nettamente aumentati i rischi al ribasso per l’anno prossimo. Successivamente alla presentazione del DPB l’Istat ha rilasciato i dati preliminari sul PIL per il terzo trimestre del 2023, risultato stazionario rispetto al periodo precedente; la variazione acquisita per il 2023 è comunque dello 0,7 per cento, quindi solo marginalmente inferiore rispetto alla previsione del MEF (0,8 per cento) per il PIL dell’anno in corso. Gli obiettivi di crescita del Governo per il 2024 sono raggiungibili, posto che siano verificate le attese di un consistente rimbalzo della domanda estera e che avanzino speditamente i progetti del PNRR. Le previsioni macroeconomiche ufficiali sul PIL si collocano nella fascia alta delle attese rispetto a quelle di altre istituzioni e analisti privati, che spesso incorporano valutazioni più caute sulla realizzazione delle opere previste dal PNRR.
In questo quadro il PNRR ha un ruolo centrale per il sostegno all’economia e la sua attuazione non può più essere rinviata. Secondo stime dell’UPB il pieno avanzamento dei progetti del Piano fornirebbe uno stimolo all’attività economica poco inferiore a quello prefigurato dal MEF, ma comunque determinante per lo sviluppo nel prossimo biennio. Nel 2026, anno in cui si dovrebbe completare il programma europeo RRF, secondo stime dell’UPB il livello del PIL dovrebbe essere più elevato nell’ordine di 2,5 punti percentuali grazie alla piena realizzazione delle opere previste. Affinché tale risultato sia raggiunto occorre avanzare speditamente con l’attuazione degli interventi; la concentrazione delle opere nei prossimi due anni, oltre a ridurre i margini di ulteriori rinvii, potrebbe alimentare strozzature nell’offerta.
Sullo sfondo restano, oltre a possibili criticità legate all’integrale ed effettivo utilizzo dei fondi del PNRR e alla realizzazione del connesso programma di riforme, una serie di rischi di natura esterna: rischi legati alle guerre in atto alle porte dell’Europa, alle prospettive della Germania, del commercio mondiale e sulla persistenza dell’inflazione, rischi finanziari e connessi all’intonazione delle politiche monetarie.
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