Le priorita'' che dovranno caratterizzare l''azione del nuovo group Ceo di Tim, Luigi Gubitosi, sono l''avvio di un processo di riduzione dell''indebitamento e l''implementazione di alcune iniziative a livello strategico, in particolare la progressiva migrazione dei clienti verso offerte in fibra veloce, piu'' performanti e al tempo stesso maggiormente remunerative per il gruppo.
E'' quanto spiega Moody''s in una nota diffusa a seguito delle revisioni di alcuni target finanziari che il gruppo ha rilasciato ieri sera a mercati chiusi e che oggi sta scontando a piazza Affari con una flessione di circa il 7%.
Secondo la casa di rating americana, i risultati preliminari di Tim riflettono sfide crescenti, benche'' risultino in linea con le stime tracciate in precedenza e sul giudizio attribuito al gruppo delle tlc (Ba1, outlook stabile). Per l''intero esercizio chiuso al 31 dicembre scorso, in precedenza Tim aveva indicato un target d''indebitamento netto pari a 2,7 volte l''Ebitda, indicazione che tuttavia ieri e'' stata corretta a 3,1 volte in funzione del calo atteso sul fronte dell''Ebitda, atteso attorno a 8,1 miliardi di euro.
La revisione peggiorativa sulla guidance dell''indebitamento, dice Moody''s e'' in buona parte legata all''anticipo del pagamento per le frequenze dell''asta 5G, oltre che a un''accresciuta pressione commerciale in Italia legata soprattutto all''ingresso di Iliad e destinata a proseguire almeno per tutta la prima meta'' di quest''anno.
La casa di rating statunitense ritiene che l''indispensabile processo di riduzione del debito sara'' lento e si attente una ratio indebitamento netto/Ebitda in una forchetta compresa tra 3,6 e 3,7 volte nel 2018-2019, dopo il pagamento della rata per il 5G. Entro fine 2020 e'' visto infine in ulteriore contrazione a 3,5 volte.