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Telecom - le ultime notizie

Pubblicato il 15/04/2018 alle ore 23:44:12

Share Holder Management acquista l'1% ed è disposto a salire al 2% se la cordata Elliott vincerà lo scontro con Vivendi. 

“SVM – si legge in una nota – è fermamente convinta che elevati standard di corporate governance siano essenziali per il corretto funzionamento di qualsiasi mercato finanziario ed è opinione di SVM che lo stato attuale di Tim rappresenti una carenza da parte del mercato nel suo complesso nell’infondere le migliori pratiche di governance adottate a livello internazionale”.

Per questo motivo, prosegue il comunicato, “nel contesto delle recenti proposte avanzate da Elliott Advisors (UK) Limited, che SVM ritiene essere non solo nel migliore interesse del mercato, ma anche decisamente necessarie per assicurare che qualsiasi futura creazione di valore in Tim sia distribuita equamente tra tutti gli azionisti, i fondi in advisory di SVM hanno acquisito oltre l’1% delle azioni ordinarie di Tim con l’intenzione di supportare proattivamente l’azione di Elliott. SVM sta valutando attentamente l’opportunità di aumentare la propria partecipazione in Tim ad oltre il 2%”.

http://www.askanews.it/economia/2018/04/14/tim-shareholder-value-sostiene-elliott-con-oltre-l1-pn_20180414_00066/


La decisione della Cassa Depositi e Prestiti di entrare in Tim, voluta dal presidente uscente Claudio Costamagna magari per ingraziarsi il nuovo potere grillino-leghista al fine di ottenere una riconferma, non ha ricevuto l’applauso di una parte della Lega e del M5S. E con qualche buona ragione. L’intervento non fa altro che rafforzare l’offensiva del fondo Elliott contro Bollorè.

 

Al momento, Fulvio Conti è il manager che rappresenta il fondo “avvoltoio” americano e come tale l’ex presidente dell’Enel ha ricevuto il mandato di coordinare tutti gli altri consiglieri alleati a Elliott. Da parte sua, Paul Singer ha sempre operato per le sue “razzie” in uno spazio di tempo che va da 12 a 18 mesi, e la plusvalenza minima per mollare l’osso e vendere è del 25%.
 

Per ottenere un risultato del genere, mollato Rocco Sabelli al suo destino, Fulvio Conti ha bisogno di altre strategie, dunque la necessità di cambiare anche l’attuale ad Genish. Conti sostiene che per ridare valore a Tim c’è bisogno di qualcuno che porti avanti una riconfigurazione strategica della società telefonica, e si chiama Luigi Gubitosi. Che separi la Rete, che a sua volta venga strapagata da CDP per fonderla poi con Open Fiber (metà Enel, metà CDP). Riconfigurata la parte contenuti, a quel punto il fondo Elliott potrebbe anche uscire.
 

Molto attivo come consigliere di Bollorè è l’inossidabile Franco Bernabè, che ormai ha preso il posto di Tarak Ben Ammar. La strategia dell’ex presidente dell’Eni e di Telecom punta su una partita che mira al tesoro in cassa a Generali Assicurazione. Recentemente il Leone di Trieste ha visto l’avanzata impetuosa nel capitale di tre imprenditori italici - Caltagirone, Del Vecchio e Benetton – per scalzare Mediobanca che dal 13% è costretta a vendere un 3%.
 

Secondo Bernabè, d’accordo anche Nagel, converrebbe a Bollorè di uscire da Mediobanca ed investire il ricavato direttamente in Generali e fare da arbitro tra la cordata italiana e francese oppure fare un’alleanza con il compatriota Donnet.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/dagoesclusivo-fulvio-conti-manager-che-rappresenta-fondo-elliott-171464.htm

 


Sorpresa: nella guerra contro i francesi di Vivendi sulla governance di Tim, gli americani di Elliott fanno asse con i tedeschi.

Con una partecipazione dell'1% sul capitale ordinario, il gestore di fondi tedesco Shareholder Value Management ha l'intenzione«di supportare proattivamente l'azione» del fondo attivista di Paul Singer e «sta valutando attentamente l'opportunità di aumentare la propria partecipazione in Tim ad oltre il 2%», si legge in una nota diffusa ieri. L'investimento di Svm si fonda sulla convinzione che vi sia una «significativa discrepanza tra l'attuale prezzo di mercato delle azioni ed il valore intrinseco degli asset della società», viene aggiunto da Shareholder Value che punta il dito su «quello che può solo essere definito come lo sconto Vivendi che si è materializzato nel tempo ma che può essere facilmente e rapidamente rimosso attraverso la nomina di un cda pienamente indipendente che agisca nel migliore interesse di tutti gli azionisti». Il fondo tedesco può contare su un patrimonio di 3 miliardi di euro in attività di gestione/advisory e si è già fatto conoscere per la battaglia in atto su Retelit di cui detiene una quota frazionale ma partecipa al patto che raccoglie il 24,3% con i libici di Bousval e Axxion, in contrapposizione alla cordata Fiber 4.0 di cui fa parte il finanziere Raffaele Mincione (socio anche di Carige).

Con l'avvicinarsi dell'assemblea si alza, dunque, il velo sulle quote rilevanti. Venerdì è uscita allo scoperto il colosso Usa Jp Morgan che non ha diritti di voto ma ha dovuto dichiarare alla Consob la sua partecipazione indiretta pari al 5,932% e dettagliarla. Il pacchetto più consistente è quello che ha come controparte Elliott, un'opzione «call/put» con scadenza tra febbraio e giugno 2019 corrispondente al 4,267% del capitale. Un ultimo 1,056% corrisponde a un derivato equity swap con scadenza tra aprile 2018 e febbraio 2023.

Grazie anche all'assist di Svm, il fondo Elliott dovrebbe avvicinarsi al 35% dei consensi mentre Vivendi conta per ora sul suo 24% scarso, con l'obiettivo di rinviare l'assise per cercare alleati. Alla scadenza per il deposito delle azioni valide ai fini dell'assemblea del 24 la sensazione è che si vada a un record ben oltre il 60% degli azionisti presenti.

In attesa, comunque, dell'esito del ricorso di Tim e dell'azionista di controllo, giovedì si terrà l'assemblea del gruppo guidato da Vincent Bolloré a Parigi.

http://www.ilgiornale.it/news/economia/tim-asse-germania-usa-contro-parigi-1515569.html



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