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MPS: perdita secca per lo Stato

Pubblicato il 29/08/2017 alle ore 13:25:07

Che per le casse dello Stato non si sarebbe trattato dell' affare del secolo, lo si era capito da subito. Insomma, nessuno si era illuso sulla prospettiva di benefici per i conti pubblici cagionati dall'acquisto, da parte del Tesoro, del Monte dei paschi di Siena. E fin qui probabilmente lo sapevamo tutti. Togliamoci dalla testa, quindi, l'illusione ottica del guadagno. E andiamo a guardare uno scenario più avverso. Il rischio, se fosse confermata l'analisi degli esperti dell'agenzia finanziaria Reuters, è che il ritorno sotto il cappello statale della banca più antica al Mondo si possa trasformare in un salasso pazzesco per i contribuenti.

 

L' analisi è piena di tecnicismi, ma la conclusione, tanto semplice quanto allarmante, è la seguente: le azioni dell' istituto - che è sospeso sul listino di Piazza Affari da mesi - potrebbero attestarsi al 50% dell' attuale valore. In ballo ci sono parecchi quattrini dei cittadini italiani. Eccoli: per salire al 53,5% del capitale di Rocca Salimbeni, il ministero dell'Economia ha staccato un assegno da 3,8 miliardi. La faccenda, poi, tocca anche il portafoglio di parecchi investitori e risparmiatori visto che sono stati convertiti in azioni - a causa dell'odioso principio Ue definito burden sharing - 4,5 miliardi di obbligazioni subordinate.

 

Ma torniamo all'analisi della Reuters. Che parte dalla quotazione dei derivati di Mps: i prezzi di questi titoli complicatissimi (credit default swap) si aggirano sui 4,20 euro per azione. I bond subordinati sono stati convertiti in azioni, invece, al prezzo di 8,65 euro per azione, mentre l'aumento di capitale sottoscritto da via Venti Settembre è avvenuto a 6,49 euro per azione.

 

«Se comprare un credit default swap sui bond subordinati mi costa la metà del valore, vuol dire che il mercato attribuisce alle azioni frutto della conversione dei subordinati un valore di circa il 50% rispetto al prezzo cui vengono pagate» ha spiegato ieri alla Reuters un operatore finanziario.

 

Secondo altri tre trader consultati dall'agenzia finanziaria, l'oscillazione delle transazioni sui derivati del Monte Paschi varia da 4,14 a 4,35 euro. «Qualche (investitore, ndr) istituzionale, viste le incertezze che ci sono sulla valutazione della banca post salvataggio, preferisce uscire già adesso, registrando una perdita certa piuttosto che subire la probabile volatilità del titolo dopo il rientro in Borsa», ha commentato un addetto ai lavori.

 

Il derivato al 50% e la quotazione a 4,20 euro, secondo l' orientamento del mercato, «sono due indicazioni tra loro coerenti su quella che potrebbe essere la valutazione delle azioni Mps post salvataggio». Non ci sarebbero dubbi. La verità, in ogni caso, salterà fuori quando il titolo Mps tornerà a essere scambiato a Piazza Affari: il vertice dell' istituto stima il ritorno in autunno. Solo in quel momento, sarà chiara la dimensione della fregatura per lo Stato. Tutto ciò tenendo contro, tra altro, che la quota in mano a via Venti Settembre è destinata a salire al 70% quando saranno comprati anche i titoli obbligazionari sottoscritti da piccoli risparmiatori (la cosiddetta clientela retail).

 

L'aggravio per le finanze pubbliche, poi, potrebbe essere ancora più pesante visto l'ammontare complessivo delle richieste di risarcimento danni presentata dagli ex soci. Il totale supera gli 800 milioni. Cifra più che raddoppiata nel primo semestre di quest' anno, rispetto al totale delle domande di indennizzo presentate a dicembre 2016. Un conto, sul bilancio della banca e quindi su quello del Tesoro principale azionista, che potrebbe salire ancora visto che Mps è «imputata» nei vari procedimenti che coinvolgono gli ex manager.

 

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/fregatura-stato-targata-siena-reuters-sgancia-bomba-monte-155071.htm



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