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Telecom: la rete può essere venduta a 13 miliardi

Pubblicato il 21/08/2017 alle ore 00:38:32

Tredici miliardi di euro, non di più. È questo il valore della rete fissa di Telecom nel caso in cui debba scorporata dall' ex operatore pubblico e agganciata a Open Fiber secondo la valutazione di Maurizio Matteo Decina, analista di Ey ed autore di «Goodbye Telecom», un volume che ripercorre le tappe della storia finanziaria del colosso italiano dalla privatizzazione ai giorni nostri. Come si arriva a questa cifra? Prima di tutto va definito il perimetro.

 

E su questo Decina non ha dubbi: «Dividere la rete in due non ha senso, sarebbe complesso e rallenterebbe la velocità sulla linea». Dello stesso parere Carlo Alberto Carnevale Maffé, professore di strategia aziendale all' Università Bocconi: «Nel caso di cessione, converrebbe vendere tutto, in modo da scaricare i costi operativi. Una rete è prima di tutto una organizzazione ingegneristica. Ha logiche di presidio, guasti, interventi. Industrialmente sarebbe un incubo dividerla». Insomma dovrebbe passare di mano in blocco.
 

Detto questo, come se ne calcola il valore? Esistono due modi: i multipli e i flussi di cassa. Il primo tiene conto dell' andamento della capitalizzazione di Borsa dei concorrenti. Oggi, nel settore tlc, il valore di una risorsa è mediamente pari a dieci volte il margine operativo lordo che genera. Dal momento - spiega Decina - che l' ebidta riferibile alla rete è di circa 1,8 miliardi, il conto è presto fatto: fa 18 miliardi. Ma questa - sottolinea - è una valutazione che non tiene conto del futuro.
 

Perciò, spiega, «abbiamo ipotizzato diversi scenari, con un range di valori tra 9 miliardi, nel caso in cui la fibra spazzasse via il rame, a 18, nel caso in cui il rame restasse il punto di riferimento. Il più realistico, tenendo conto della domanda, è che tra dieci anni l' ultimo miglio sarà fatto di un terzo di rame e due terzi di fibra. E per stendere questi due terzi di fibra bisogna investire, il che significa ridurre la marginalità. Così arriviamo ai 13 miliardi».
 

La questione più delicata è proprio la domanda. Secondo uno studio pubblicato questo mese dal Technology Policy Institute di Washington, la domanda degli utenti sulla rete fissa è caratterizzata da scarsa elasticità. In sostanza gli americani dicono che, superata una certa velocità - quella che consente di vedere fluidamente i video su Youtube e di usufruire dei servizi di streaming di film e musica - gli utenti diventano poco disposti a spendere più soldi per un ulteriore aumento della rapidità di scaricamento. Insomma la rete in fibra non serve ovunque.
 

Che poi è la stessa cosa che dice anche Open Fiber, che pure sulla fibra ha puntato tutto. L' obiettivo della società partecipata da Cdp ed Enel è portare 4 milioni di chilometri di fibra ottica fin nelle case in 271 città italiane, quelle col maggior numero di abitanti, che sono considerate a successo di mercato. Of ha già steso alcune decine di migliaia di chilometri, partendo dai centri maggiori, e ha già completato i lavori a Milano, Bologna, Torino e Perugia. Su altre nove città è già a metà strada.

 

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/pontieri-tim-se-bollore-rsquo-scorpora-rete-stato-154537.htm



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