Così come l'abbiamo letto, lo riproponiamo. Non siamo in grado di valutare se le ipotesi formulate possono essere fondate o no.
Caro Carlo, le nostre strade s’incrociano…». «Caro Jean Pierre, dobbiamo evitare che si scontrino…». Su Generali e Mediobanca, Carlo Messina e Jean Pierre Mustier si sono parlati. Non dico da amici, ma di sicuro non da rivali. Grazie ad Alberto Nagel, che entrambi hanno identificato come il nemico comune. Un collante formidabile, per due concorrenti che si contendono il podio di banchiere più importante d’Italia.
L'IRA DI MUSTIER. Mustier, che dell’amministratore delegato di Mediobanca aveva già detto cose ruvide pubblicamente e cose irriferibili privatamente, è incavolato nero. Il francese si è convinto che le difficoltà incontrate in Borsa all’esordio dell’aumento di capitale, di fondamentale importanza per Unicredit ma anche per lui stesso, siano dovute a qualcuno vicino a Nagel che ha tramato nell’ombra. E, conoscendo le abitudini della casa, si può dire andreottianamente che Mustier fa peccato ma molto probabilmente ci azzecca. Messina, dal canto suo, ha ovviamente sofferto la mossa di Generali ispirata da piazzetta Cuccia di dotarsi del 3% e rotti di diritti di voto di Intesa per tentare di prevenire e bloccare la mossa che lui ha (aveva?) intenzione di fare su Trieste.
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